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Simply Biz - L'intervista all'Avv. Mercuri: Lexitor, cessione del quinto, ed il nuovo manuale.

mag 25, 2021

Paolo Mercuri: “Sentenza Lexitor, rimborso delle commissioni e questioni applicative nella cessione del quinto”

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Aiutare i consumatori alle prese con l’estinzione anticipata di una cessione del quinto e offrire spunti di riflessione ai professionisti del settore finanziario, agenti e mediatori creditizi in prima linea, perché possano promuovere una corretta informazione ai propri clienti sul tema del rimborso delle commissioni upfront a seguito della sentenza Lexitor. Sono gli obiettivi del libro Lexitor: quando è la banca a pagare. Come ottenere il rimborso delle commissioni nella cessione del quinto dello stipendio, scritto a quattro mani da Paolo e Davide Mercuri.


“Nato nell’ambito dell’esperienza quasi decennale maturata presso il nostro studio legale nelle procedure di rimborso degli oneri spettanti in caso di estinzioni anticipate o rinnovi di contratti di cessione del quinto, delegazioni di pagamento e prestiti personali, il testo si pone, da un lato, come una guida di taglio pratico per chi vuole procedere in autonomia alla richiesta di rimborso degli oneri commissionali e, dall’altro, come rassegna delle questioni applicative, delle sentenze e degli orientamenti prevalenti per gli addetti ai lavori a più di un anno dalla sentenza Lexitor dell’11 settembre 2019”, spiega Paolo Mercuri, avvocato civilista con trentennale esperienza nel settore bancario e immobiliare.


In che modo pensa che possano essere coinvolti agenti e mediatori in questa operazione divulgativa verso i consumatori?
Agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi, secondo l’Oam, non possono fornire consulenza nel settore dei rimborsi. Si tratta di una presa di posizione non del tutto condivisibile con riguardo ai mediatori creditizi, i quali hanno la possibilità di svolgere attività accessorie ai finanziamenti.
Ma cosa ben diversa è l’attività informativa sul diritto al rimborso delle commissioni in caso di estinzione anticipata di una cessione del quinto. L’attività informativa si inserisce in un’ottica di trasparenza e nell’ottica di offrire un servizio sempre più professionale, in un comparto avviato con decisione sulla strada della consulenza.
L’obbligo restitutorio, si sa, grava sugli intermediari finanziari e non sugli agenti, ma gli agenti sono rappresentanti delle società, ne collocano i prodotti. E, a mio avviso, essi hanno anche il dovere di informare i consumatori. A questo proposito vale la pena richiamare tre ordinanze “gemelle” del Tribunale di Milano che risalgono a novembre 2020, che hanno obbligato tre intermediari a informare tutti i propri clienti, sottoscrittori di contratti con clausole di irripetibilità dei costi, del loro diritto, in caso di estinzione anticipata, di ottenere la restituzione di tutti gli oneri, anche up front, in misura proporzionale alla durata residua del contratto. Pertanto se l’obbligo informativo grava sugli intermediari, esso non può non gravare anche sugli agenti.


Quali sono stati i comportamenti delle banche dopo la sentenza Lexitor?
Li abbiamo elencati e analizzati nel nostro volume. Alcuni intermediari si sono tempestivamente adeguati alle indicazioni della Banca d’Italia. Altri hanno opposto un netto rifiuto di adempiere alle decisioni dell’Arbitro Bancario Finanziario, con il rischio di una perdita di credibilità anche del sistema sanzionatorio della Banca d’Italia, che non è intervenuta con efficacia. Altri istituti ancora hanno adottato comportamenti più aggressivi, promuovendo cause in via preventiva nei confronti dei consumatori che hanno proposto un reclamo.


Qual è l’impatto economico derivante dall’applicazione della sentenza Lexitor?
Potrebbe essere rilevante per qualche istituto che nel passato aveva creato sulle estinzioni anticipate il proprio core business. Ma bisogna considerare due fattori: in primis, il fatto che fin dal 2009 la Banca d’Italia ha invitato gli intermediari a effettuare opportuni accantonamenti di bilancio e, in secondo luogo, la pratica diffusa presso alcuni intermediari, soprattutto nel passato, di appesantire ingiustificatamente gli oneri up front, ritenendoli non retrocedibili. Ed è giusto che questi oneri vengano restituiti. In ogni caso, il diritto al rimborso non può essere sacrificato in ragione dell’impatto economico sui bilanci di qualche società.
Molti istituti inoltre hanno costantemente abusato della asimmetria informativa con il consumatore. E questo ci ha spinto a scrivere un libro che faccia circolare informazioni a favore dei consumatori e consenta loro di interrompere i termini prescrizionali.


Quale sarà l’impatto sul futuro delle cessioni?
La sentenza Lexitor non rappresenta, come è stato affermato, il De profundis del credito al consumo ma un’opportunità di sviluppo e di rilancio per il comparto. I finanziamenti contro cessione del quinto sono ancora uno strumento molto appetibile sia per i lavoratori dipendenti, per la sua accessibilità, che per gli istituti di credito, per i limitati rischi di insolvenza. Per il futuro sarà necessario trovare soltanto un punto di equilibrio fra costi e benefici di ciascuna delle parti, nel rispetto del principio intangibile dell’obbligo di restituzione di tutti i costi non maturati in caso di estinzione anticipata.


Come è orientata la giurisprudenza?
La giurisprudenza è ormai orientata verso l’obbligo di restituzione di tutti i costi commissionali, senza distinzione. Dopo le pronunce dei Tribunali di Torino e di Milano, si susseguono con sempre maggiore frequenza le decisioni a favore del consumatore. L’ormai prevalente interpretazione della citata decisione della Cgue ha pertanto superato alcune prese di posizione iniziali di una parte minoritaria della giurisprudenza, che aveva ravvisato l’inapplicabilità della decisione con fuorvianti argomentazioni. Si prenda ad esempio il Tribunale di Napoli, il quale, re melius perpensa, è tornato sulle interpretazioni ora nettamente maggioritarie.


Ritenete possibile un intervento legislativo per mitigare l’effetto Lexitor?
Assolutamente no. Nessun intervento legislativo potrebbe confliggere con i principi stabiliti dalla sentenza della Cgue, la quale, vale la pena ricordarlo, assume rilevanza per la sua portata interpretativa di norme che già esistono nel nostro ordinamento (art. 125 sexies del T.U.B.), e per l’interpretazione di norme comunitarie (Direttiva n. 48/2008/Ce), che hanno rango sovraordinato rispetto a quello interno e non possono essere derogate.
Tantomeno sarebbe ammissibile un intervento legislativo per mitigare anche in modo indiretto gli effetti restitutori per i contratti già estinti. Ogni eventuale intervento in tal senso potrebbe comportare invece una responsabilità dello Stato Italiano per la violazione di norme comunitarie.


Allora perché la Sentenza Lexitor fa ancora tanto discutere?
Sarà la Corte di Cassazione a porre la parola fine alle discussioni in corso. Ma le norme che stabiliscono i criteri di rimborsabilità degli oneri devono ormai essere interpretate alla luce della decisione della Cgue. Non è pensabile un’applicazione diversa. Lo dimostra il fatto che, sia pur lentamente, alcuni istituti inizialmente contrari alla sua applicazione, si stanno ora adeguando all’interpretazione orientata ormai dominante.


Lexitor

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